Rifugio Angeli del Morion
Il Rifugio Angeli del Morion sorge sui resti del veccio Rifugio Scavarda. Rifugio costruito nel 1937 a 2.916 metri sotto la testa del Ruitor che, dopo essere stato utilizzato per fini bellici durante la guerra, venne convertito in rifugio alpino e gestito dal CAI di Torino sino al 1990, quando un incendio lo distrusse totalmente. Acquistato dall'Organizzazione di Volontariato - Cordigliera Bianca è stato completamente ricostruito e ampliato.
Non essendo stato possibile riutilizzare le vecchie murature dell'edificio preesistente per lo stato di degrado irreversibile dovuto all'incendio che lo distrusse e al successivo abbandono, si è optato per per una distribuzione planimetrica più funzionale e confacente alla nuove esigenze ricettive.
Il rifugio attualmente ospita al primo piano fuori terra, realizzato con muratura in pietra, l'ingresso principale con annesso deposito scarponi ed un'ampia sala ristorante con angolo bar/reception. Allo stesso piano è situata la cucina con dispensa e bagno per i dipendenti più uno spazio riservato al conduttore. Al primo piano, rivestito con lamiera metallica in continuità con il tetto soprastante, sono state realizzate 4 camere dormitorio per complessivi 43 posti letto con la zona docce e bagni. Sempre al primo piano si trova la camera dormitorio invernale, sempre aperta, dotata di tavoli panche e coperte, con accesso diretto dall'esterno per un totale di 15 posti letto. L'approvigionamento delle acque ad uso domestico avviene tramite una tubazione di presa delle acque di scioglimento del "Glacier e Moriond" attraverso una vasca di accumulo.
L'associazione di volontariato Cordigliera Bianca che opera dal 1995 in collaborazione col Movimento Giovanile Mato Grosso ha come obiettivo quello di sostenere i volontari che operano in missione in America Latina, promuovendo progetti di sviluppo sociale e realizzare case per gli anziani poveri.Il Rifugio degli Angeli del Morion, come gli altri 10 rifugi di proprietà dell'associazione ( 8 sulle Alpi e 3 in Perù) sono stati interamente costruiti con l'aiuto dei volontari italiani che hanno trasportato a spalla il materiale, scavato e realizzato con le proprie forze gli edifici.
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